Divieto di Affitto per le Case in Classe Energetica ''G'' in Francia - Le Possibili Ripercussioni in Italia di una Norma del Genere

Fonte: Boorp
Pubblicato il: 21/05/2025
Categoria: POLITICA
Il 1° gennaio di quest'anno, la Francia ha dato il via a una misura legislativa ambiziosa e controversa: il divieto di affittare immobili classificati con l'etichetta energetica ''G'', la più bassa nella scala di efficienza energetica. La norma si inserisce in un quadro di interventi ambientali e sociali volti a ridurre l'impatto degli edifici sull'ambiente, ...

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... a incentivare la ristrutturazione del patrimonio immobiliare obsoleto e a proteggere gli inquilini da condizioni abitative degradate. Tuttavia, questa misura ha aperto un intenso dibattito, non solo in Francia ma anche in altri Paesi europei, tra cui l'Italia, dove la situazione del mercato degli affitti è molto diversa, se non più fragile, di quella francese.

Nel presente articolo esamineremo nel dettaglio cosa prevede la normativa francese, quali sono i suoi obiettivi e le sue implicazioni pratiche, e proveremo a immaginare cosa accadrebbe se una norma simile venisse introdotta in Italia. L'analisi terrà conto del contesto economico, sociale e normativo italiano, con particolare attenzione alle difficoltà che i proprietari già incontrano nell'affittare i propri immobili, soprattutto in presenza di inquilini morosi e di una sostanziale assenza di tutele da parte dello Stato.

La normativa francese: cosa cambia dal 1° gennaio


Il divieto per le case in classe energetica G


Dal 1° gennaio di quest'anno, in Francia, non è più possibile mettere in affitto un immobile classificato in classe energetica G. Questo significa che qualsiasi contratto di locazione, nuovo o rinnovato, che riguardi un'abitazione con questa classificazione energetica è considerato illegale. L'obiettivo è chiaro: spingere i proprietari a ristrutturare e rendere più efficienti le loro proprietà, riducendo così le emissioni di CO2 e migliorando la qualità della vita degli inquilini.

Il prossimo passo: il divieto per la classe energetica F


Il processo di eliminazione degli immobili meno efficienti non si ferma qui. Dal 1° gennaio 2028, il divieto verrà esteso anche alle case in classe F. Questo programma progressivo mira a dare il tempo necessario ai proprietari per adeguarsi, ma impone anche una responsabilità significativa in termini di investimenti economici e capacità tecniche di ristrutturazione.

Obiettivi ambientali e sociali della legge francese


Il piano del governo francese si inserisce in una strategia più ampia di transizione ecologica. Il settore edilizio è responsabile di una quota significativa delle emissioni di gas serra, ed è quindi considerato prioritario per la decarbonizzazione. Inoltre, molti immobili in classe G o F non garantiscono un adeguato comfort abitativo: si tratta spesso di abitazioni fredde in inverno, calde in estate e costose da mantenere.


La realtà italiana: un contesto molto diverso


Il patrimonio immobiliare italiano è vecchio e inefficiente


In Italia, il patrimonio edilizio è notoriamente datato. Molti edifici risalgono a periodi precedenti all'introduzione di qualsiasi normativa sull'efficienza energetica. Secondo dati recenti, oltre il 60% degli immobili italiani rientra nelle classi energetiche più basse, ovvero F e G. Le abitazioni in classe G rappresentano una percentuale particolarmente rilevante nelle zone rurali e nei centri storici, dove le ristrutturazioni sono spesso complesse e costose, anche per via delle normative sulla tutela dei beni culturali.

Il mercato degli affitti in Italia: già in difficoltà


Introdurre una norma simile a quella francese in Italia significherebbe intervenire in un mercato degli affitti già in forte sofferenza. Da anni, i piccoli proprietari lamentano gravi difficoltà nel gestire gli affitti a lungo termine, soprattutto a causa della piaga dell'inadempienza contrattuale. Quando un inquilino smette di pagare l'affitto, le tempistiche per ottenere uno sfratto possono superare i due anni, durante i quali il proprietario continua a sostenere costi e imposte senza alcuna forma di supporto da parte dello Stato.

Nessun supporto concreto ai proprietari in difficoltà


In Italia, a differenza della Francia, lo Stato non offre strumenti efficaci di tutela per i locatori. Le garanzie fornite dalle assicurazioni private sono spesso inaccessibili o inefficaci, e le procedure giudiziarie sono lente e costose. Questo ha portato molti proprietari a disinvestire dal mercato della locazione a lungo termine, preferendo canali alternativi come Airbnb o gli affitti brevi turistici, che offrono maggiore flessibilità, minori rischi e rendimenti più elevati.

Cosa accadrebbe in Italia con un divieto simile?


L'impatto sul numero di case disponibili in affitto


Se anche in Italia si introducesse un divieto di affitto per le case in classe energetica G, come già avviene in Francia, le conseguenze potrebbero essere drammatiche. In primo luogo, il numero di abitazioni disponibili per l'affitto si ridurrebbe drasticamente. Considerando che circa un terzo del mercato degli affitti è composto da immobili in classe G, questo significherebbe eliminare immediatamente centinaia di migliaia di case dall'offerta disponibile.

Famiglie senza casa e aumento dei senzatetto


Una riduzione così drastica dell'offerta avrebbe conseguenze gravissime sul piano sociale. In un Paese dove il diritto alla casa è già messo a dura prova, e dove le liste per l'assegnazione delle case popolari sono lunghissime, un provvedimento di questo tipo potrebbe far esplodere l'emergenza abitativa. Famiglie numerose, pensionati, studenti e lavoratori a basso reddito si troverebbero improvvisamente senza alternative, spinti verso la marginalità sociale o costretti a vivere in sistemazioni precarie. Non è esagerato ipotizzare che migliaia di famiglie finirebbero per strada.

I proprietari non hanno i mezzi per ristrutturare


Oltre ai danni per gli inquilini, la norma danneggerebbe pesantemente anche i proprietari, soprattutto quelli che non dispongono delle risorse economiche necessarie per adeguare gli immobili alle nuove direttive energetiche. Le ristrutturazioni richieste per passare dalla classe G a una classe superiore comportano spesso investimenti di decine di migliaia di euro, che non tutti possono permettersi. I bonus edilizi, pur utili, non sono sempre accessibili e non coprono mai l'intero importo dei lavori.

L'effetto boomerang sul mercato immobiliare


Un'altra conseguenza inevitabile sarebbe il crollo del valore degli immobili in classe G. Se questi immobili non possono più essere affittati, diventano praticamente invendibili, se non a prezzi stracciati. Questo genererebbe una perdita patrimoniale per milioni di famiglie italiane che hanno investito nel mattone come forma di risparmio e previdenza. Il mercato immobiliare, già fragile, subirebbe un ulteriore colpo, con ricadute a catena su settori collegati come quello bancario, assicurativo e delle costruzioni.


La necessità di un approccio realistico e graduale


Non si può imporre una rivoluzione senza strumenti di supporto


Imporre un cambiamento così radicale in un Paese come l'Italia, senza prevedere strumenti adeguati di accompagnamento, sarebbe non solo ingiusto, ma anche inefficace. Una transizione ecologica del patrimonio edilizio è senza dubbio necessaria, ma va realizzata con gradualità e tenendo conto delle specificità locali. Servono incentivi concreti, procedure semplificate, e soprattutto un sistema di garanzie per chi decide di investire nella ristrutturazione o di affittare a lungo termine.

Serve un piano nazionale per l'efficienza energetica delle case


In Italia manca ancora un vero piano nazionale di efficientamento energetico del patrimonio residenziale. I bonus edilizi degli ultimi anni hanno rappresentato un primo passo, ma non sono stati accompagnati da una visione sistemica. Spesso, i lavori si sono concentrati su immobili già ben posizionati sul mercato, mentre quelli più problematici sono stati trascurati. È necessaria una strategia che miri a migliorare le condizioni degli immobili più degradati, anche attraverso partnership tra pubblico e privato.

Il ruolo delle amministrazioni locali


Le amministrazioni comunali possono giocare un ruolo chiave, soprattutto nelle città dove il problema abitativo è più acuto. Devono essere incentivati programmi locali di rigenerazione urbana, che prevedano interventi pubblici su immobili in stato di degrado, ma anche la possibilità per i privati di ottenere agevolazioni, sgravi fiscali e tempi rapidi per ottenere autorizzazioni edilizie. Senza un coinvolgimento forte delle realtà locali, qualsiasi tentativo di riforma rischia di restare sulla carta.

Conclusione


L'iniziativa francese di vietare l'affitto delle case in classe energetica G rappresenta una sfida importante, che mira a migliorare l'efficienza del patrimonio immobiliare e a promuovere la sostenibilità. Tuttavia, l'applicazione di una norma simile in Italia avrebbe effetti molto diversi, e potenzialmente devastanti. In un Paese dove il mercato degli affitti è già compromesso da regole inefficaci, mancanza di tutele per i proprietari e un patrimonio immobiliare in gran parte obsoleto, un provvedimento di questo tipo rischierebbe di gettare nel caos l'intero settore abitativo.

Senza adeguate politiche di sostegno, una norma simile significherebbe aumentare il numero delle famiglie senza casa, deprimere ulteriormente il mercato immobiliare e scoraggiare ogni forma di investimento privato nell'edilizia. La lezione che l'Italia può trarre dall'esperienza francese non è quella di copiare ciecamente una norma, ma di avviare un percorso strutturato, responsabile e sostenibile verso la riqualificazione energetica, nel rispetto dei diritti e delle possibilità economiche di tutti.

Un futuro più verde è possibile, ma deve essere costruito con intelligenza, gradualità e giustizia sociale.

Vedi anche: DIFFERENZA TRA ANARCHIA E ANOMIA »






 

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