Bitcoin continua a rappresentare l'avanguardia del denaro digitale, ma oggi l'investitore si trova davanti a una scelta cruciale: detenere bitcoin ''puri'' o puntare su ETF che ne seguono il valore? Da una parte, c'è un controllo totale, ma anche rischi operativi e fiscali. Dall'altra, gli ETF offrono semplicità, costi chiari e tutela normativa. La legge di bilancio 2025 ha però introdotto novità fiscali rilevanti, che cambiano il quadro di confronto.

Una premessa fondamentale, prima di addentrarci nel confronto, è che lo Stato preferisce che tu compri gli ETF su Bitcoin, rispetto ai Bitcoin puri, in quanto sono strumenti regolamentati e facilmente controllabili. E' ovvio quindi pensare che con la legge di Bilancio 2025 il Governo abbia cercato di complicare la vita ai puristi di Bitcoin ed abbia cercato di renderla più semplice e conveniente a chi sceglie di acquistare gli ETF. E purtroppo su questo c'è poco da sindacare e te ne accorgerai da solo leggendo il resto dell'articolo.
Ma vediamo per bene le differenze e i pro e i contro tra i due approcci di investimento.
I rischi della detenzione diretta: il wallet privato
Possedere bitcoin in un wallet significa detenere personalmente le chiavi private e farsi completamente carico della sicurezza. Ecco cosa può andare storto:
- Smarrimento della seed phrase o backup;
- Attacchi informatici, malware e phishing;
- Guasti hardware o furti fisici.
In questi scenari, anche un errore minimo può significare la perdita definitiva dei fondi: nessun intermediario potrà venire in soccorso.
I rischi dell'exchange centralizzato
Molti investitori scelgono gli exchange (Coinbase, Binance, Kraken) per comodità, ma ci sono rischi significativi:
- Fallimenti (es. Mt. Gox, FTX) che hanno lasciato migliaia di utenti senza accesso;
- Mancanza di garanzie pubbliche: i fondi depositati restano di fatto sotto la responsabilità dell'exchange;
- Rischio operativo dovuto a hacking, manipolazione o gestione irregolare.
Affidarsi a un exchange significa metterci piena fiducia — un bene intangibile che ha dimostrato di non bastare nei casi di crisi.
Nuove regole fiscali per i Bitcoin veri nel 2025
La legge di bilancio 2025 ha aggiornato significativamente l'imposizione sulle criptovalute. Ecco le novità più importanti:
1. Eliminazione della soglia di 2.000 €
Dal 1° gennaio 2025, viene abolita la soglia: qualsiasi plusvalenza, anche di pochi euro, è ora soggetta a tassazione al 26%. Prima erano tassati solo i guadagni oltre i 2.000 €, ora lo sono tutti.
2. Aliquota temporanea al 26%, ma dal 2026 arriva il 33%
Per le plusvalenze realizzate nel 2025 si applica ancora il regime transitorio: 26% su qualunque guadagno. Ma dal 1° gennaio 2026, l'aliquota salirà al 33%, un aumento pensato per scoraggiare la detenzione diretta di bitcoin.
3. Rivalutazione fiscale al 18%
Chi detiene bitcoin al 1° gennaio 2025 potrà scegliere di rivalutare il valore fiscale a quella data, pagando un'imposta sostitutiva del 18%. Il pagamento deve avvenire entro il 30 novembre 2025, anche in tre rate annuali con interessi al 3%.
4. Imposta patrimoniale 0,2% su giacenze estere
Confermata l'imposta dello 0,2% sul valore delle criptovalute detenute su wallet o exchange esteri al 31 dicembre di ogni anno, assimilabile all'IVAFE.
A chi conviene rivalutare e a chi no?
- Conviene a chi ha acquistato bitcoin a prezzi molto inferiori rispetto a quelli attuali e intende conservarli: l'imposta del 18% potrebbe essere più favorevole rispetto a una futura tassazione al 33%.
- Non conviene a chi ha comprato recentemente, o a chi ha minusvalenze pregresse: l'imposta si applica al valore intero senza possibilità di compensazioni.
- È cruciale considerare la liquidità disponibile per versare l'imposta, anche rateizzata.
Una valutazione attenta può determinare risparmi significativi, soprattutto in ottica di lungo periodo.
Scenario fiscale completo: plusvalenze e imposte fisse
Ecco una tabella riassuntiva per chiarire il quadro fiscale a colpo d'occhio:

I nuovi obblighi dichiarativi
- Le criptovalute vanno riportate nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi, se detenute su wallet esteri o exchange non italiani.
- Le plusvalenze si dichiarano nel Quadro RT del modello Redditi (o nel 730), anche se modeste.
- È essenziale conservare tracciabilità delle operazioni: data di acquisto, importo speso, valore al momento della cessione o della rivalutazione.
Errori, omissioni o dimenticanze possono comportare sanzioni rilevanti, anche se l'importo detenuto è modesto.
ETF su Bitcoin: struttura, costi e vantaggi normativi
Dopo aver esplorato la detenzione diretta e il contesto fiscale aggiornato, in questa seconda parte ci tuffiamo nel mondo degli ETF su bitcoin. Scopriremo come sono strutturati, i costi da affrontare, i rischi connessi alle modalità di replica e i vantaggi fiscali offerti da questi strumenti regolamentati nel mercato europeo (eligibili anche per investitori italiani).
Cos'è un ETF su bitcoin
Un ETF (Exchange-Traded Fund) su bitcoin è un fondo o ETP quotato in borsa che replica il prezzo del bitcoin. Permette di avere esposizione finanziaria alla criptovaluta senza detenere direttamente chiavi private o criptomoneta vera.
Le principali tipologie di replica sono:
- Fisica: l'ETF detiene bitcoin reali in custodia sicura;
- Sintetica: si basa su derivati o swap per replicare il prezzo;
- Ibrida: combina asset fisici e strumenti derivati.
La replica fisica minimizza il rischio di controparte, mentre quella sintetica introduce un'esposizione al fallimento del partner derivativo.
Vantaggi fiscali degli ETF su bitcoin
L'investimento in ETF bitcoin offre un regime fiscale vantaggioso rispetto alla detenzione diretta di criptovalute:
1. Aliquota flat al 26%
Tutte le plusvalenze sono tassate al 26%, senza alcuna soglia minima – la stessa aliquota connessa alle criptovalute ''vere''.
2. Nessuna imposta sulla giacenza
Non si applicano imposte patrimoniali dello 0,2%, né la tassa del 18% sulla giacenza al 1° gennaio: si grava soltanto sulle plusvalenze realizzate.
3. Dichiarazione semplificata
Il broker produce un rendiconto fiscale con quadro RW/RT già predisposto: niente oneri manuali. Se compri direttamente dalla banca questa ti farà anche da sostituto d'imposta, ovvero ti pagherà le tasse gratuitamente e non avrai bisogno di un commercialista.
Questi elementi rendono gli ETF più efficienti in termini di costi, gestione e obblighi burocratici.
I principali strumenti ETF/ETP su bitcoin in Europa
Ecco una panoramica aggiornata e reale di strumenti disponibili agli investitori italiani tramite piattaforme europee:
21Shares Bitcoin ETP, ISIN CH0454664001 – TER 1,49%, replica fisica; consente realizzazione di plusvalenze sottostanti con esposizione diretta al bitcoin.
21Shares Bitcoin Core ETP, ISIN CH1199067674 – TER 0,21%, replica fisica; focus su costi contenuti.
WisdomTree Physical Bitcoin, ISIN GB00BJYDH287 – TER 0,15%, replica fisica; tra i più economici e capitalizzati (oltre 1 miliardo €).
Bitwise Physical Bitcoin ETP, ISIN DE000A27Z304 – TER 2,00%, replica fisica; fondo più costoso, ma con gestione attiva del sottostante.
CoinShares Physical Bitcoin, ISIN GB00BLD4ZL17 – TER 0,25%, replica fisica; uno dei più efficienti in rapporto costi/asset.
VanEck Bitcoin ETN, ISIN DE000A28M8D0 – TER 1,00%, replica fisica; emittente solido e boutique.
Rischi associati alla modalità di replica
- Replica fisica: pone fiducia nell'emittente per la custodia sicura dei bitcoin; eventuali furti o fallimenti entourage sono rari ma non impossibili.
- Replica sintetica: rischio di controparte nel caso il fornitore del derivato fallisca.
- Replica ibrida: combina i rischi delle due modalità, spesso con commissioni più alte.
I più utilizzati offrono replica fisica, preferibili per chi cerca esposizione diretta con minori rischi contrattuali.
ETF vs Bitcoin ''veri'': un confronto finale
Ecco un confronto sintetico tra i due approcci:

Il confronto evidenzia chiaramente: se cerchi efficienza fiscale e operativa con rischi contenuti, gli ETF - soprattutto quelli fisici e a bassa TER - sono soluzioni di gran lunga più convenienti.
Per quale profilo investitore conviene cosa?
- Se sei un tecnico esperto, convinto della filosofia decentralizzata, potresti preferire bitcoin puri: ma prepara la contestualizzazione fiscale (33%, imposte sulla giacenza) e i rischi operativi.
- Se sei un investitore ''tradizionale'', focalizzato su semplicità, fiscalità lineare e asset allocation disciplinata, un ETF fisico come WisdomTree o CoinShares sembra la scelta più razionale.
Conclusione: libertà o efficacia regolamentata?
Non esiste un'unica soluzione giusta. Serve un approccio strategico e bilanciato:
1. Valuta la tua tolleranza al rischio operativo e fiscale;
2. Considera i costi: rivalutazione 18%, tassazione 33%, TER e semplicità;
3. Costruisci un portafoglio coerente: combinare una piccola esposizione con bitcoin puri con un ETF può offrire un equilibrio ottimale.
In definitiva: libertà e controllo vs efficienza fiscale e semplicità. La scelta migliore rispecchia il tuo profilo, i tuoi obiettivi e le tue competenze.
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Fonti principali utilizzate:
justETF – Listino ETF/ETN Bitcoin
Borsa Italiana – Schede ETF
Morningstar – WisdomTree Physical Bitcoin
Melanion – Bitcoin Equity ETF
Il Sole 24 Ore – Fiscalità ETF criptovalute
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